La moglie di Riccarelli: “L’ultimo scritto per Tabucchi”

(dell’inviata Mauretta Capuano).
(ANSA) – VENEZIA, 8 SET – Prima di andarsene Ugo Riccarelli, il primo vincitore postumo del  Premio Campiello 2013, ha voluto salutare il suo maestro Antonio Tabucchi “che è andato un attimo di là” con un breve testo sulla loro amicizia e gli anni passati insieme, quando era a Pisa. Non sapeva che sarebbe stato l’ultimo saluto ma ora sembra quasi che l’autore di “L’amore graffia il mondo” (Mondadori), morto lo scorso 21 luglio a 59 anni, sapesse di non avere molto tempo e tra le cose importanti della sua vita a cui dedicare un pensiero c’era sicuramente Tabucchi. Lo racconta con emozione all’ANSA, il giorno dopo la  vittoria del Campiello – la seconda consecutiva per Mondadori, dopo Carmine Abate nel 2012 –  la moglie di Riccarelli, Roberta Bortone che ieri, come avrebbe voluto il marito, ha ritirato per lui il premio alla Fenice di Venezia in un’atmosfera davvero particolare del riconoscimento di Confindustria Veneto.
Francesca, la figlia avuta da una precedente unione, “lo aveva accompagnato nella tappa romana del Campiello lo scorso luglio ma non è potuta venire a Venezia. E’ la sua erede diretta – dice la signora Bortone Riccarelli che a sua volta ha due figli da un precedente matrimonio – e mi auguro riesca a conservare e trasmettere questo enorme patrimonio si sentimenti e umanità che il padre ha lasciato”.     Sicuramente, ieri alla cerimonia di premiazione, “Ugo avrebbe ringraziato Tabucchi, suo maestro, nel ritirare il premio, oltre a ricordare sua madre Ilva, a cui è ispirato ‘L’amore graffia il mondo'” ha detto la moglie dello scrittore, che fin da bambino ha avuto problemi respiratori, aveva subito un trapianto di cuore e polmoni e nel 2004 aveva vinto il Premio Strega con “Il dolore perfetto”. Ora coincidenza nella coincidenza, insieme a questo premio postumo, arriva, il 9 ottobre, l’attesissimo romanzo postumo di Tabucchi, morto nel 2012, “Per Isabel. Un mandala” (Feltrinelli) con al centro una donna inquieta e
imprevedibile.
“Le ultime cose che mio marito ha scritto sono in ricordo di Tabucchi. Ho corretto io le bozze di queste poche pagine che escono adesso, entro la fine di settembre, per Felici editore, una piccola casa editrice pisana, in un libro con più testimonianze che forse, ma non ne sono sicura, si chiamerà ‘Sostiene Tabucchi’. Un suo testo si trova anche in ‘Una giornata con Tabucchi’ insieme agli omaggi di Romana Petri, Dacia Maraini e Paolo Di Paolo'” spiega Roberta Bortone.
“Riccarelli scrittore – continua la moglie – è nato con Tabucchi. E’ stato Antonio a far pubblicare a mio marito, che aveva un certo riserbo, il primo libro ‘Le scarpe appese al cuore’. Insieme ad altri autori avevano creato una specie di circolo pisano. Antonio lo chiamava perchè andasse a Vecchiano, gli leggeva le sue cose. Lo studio di Vecchiano era come la bottega di un pittore. Ugo vedeva come lavorava Tabucchi, come strappava le pagine, le riprendeva. Ha imparato moltissimo”.
Lo scrittore che ne ‘L’amore graffia il mondo’ rende omaggio a tutte le donne raccontando, in una saga familiare, la storia della fragile e determinata Signorina, figlia di un capostazione in un piccolo paese di
provincia – “una sorta di eroina del quotidiano come milioni di donne. Forse una specie di emblema delle donne del secolo scorso” come ne aveva parlato Riccarelli – non pare abbia lasciato inediti. “Il suo studio è
rimasto chiuso da quando è morto. Sono entrata solo una volta, c’è ancora il suo odore. Prima o poi – dice – avrò il coraggio di entrarci davvero ma non credo che troverò inediti perchè Ugo mi leggeva tutto quello che scriveva. Diceva come Tabucchi che ‘le storie sono come palloncini che volano e bisogna saper cogliere il filo”. Sul suo sito www.ugoriccarelli.it “ha voluto che fosse messo il post.it ‘torno subito’ e mi sembra che lui arrivi e mi dica ‘vieni qui, ti leggo qualcosa’”.
Quando ha cominciato a temere di non poter venire a Venezia, Riccarelli ha chiesto alla moglie di  prendersi cura di Signorina. “Vorrei vederti ‘sgonnellare’ nelle sale lussuose di Venezia. Anche in questo caso mi faceva ridere e questo è uno dei motivi per cui ho sposato Ugo” sottolinea Roberta Bortone lasciando questa immagine solare, di un uomo che amava la vita e i suoi libri come figli.  (ANSA).
CA 08-SET-13 15:00 NNNN